La dichiarazione di mercoledì del vice ministro delle Finanze russo Vladimir Kolychev, secondo cui il Bitcoin (CRYPTO:BTC) non sarà incluso nel Fondo patrimoniale nazionale, rispecchia l’approccio storicamente cauto del presidente Vladimir Putin nei confronti delle criptovalute.
Cosa è successo
Kolychev, parlando con Interfax, ha confermato che il fondo patrimoniale nazionale del Paese manterrà la sua attenzione sull’oro e sullo yuan, con allocazioni fino al 60% in yuan e al 40% in oro, rifiutando esplicitamente il Bitcoin a causa della sua volatilità.
“Dal punto di vista della riserva di bilancio sovrana, è fondamentale che gli asset del fondo siano altamente liquidi e possano essere venduti rapidamente senza una significativa perdita di valore”, ha dichiarato, aggiungendo: “Gli asset digitali sono altamente volatili, quindi non li abbiamo mai considerati per il NWF e non abbiamo intenzione di farlo in futuro”.
Il NWF, valutato a 11,97 trilioni di rubli (122,09 miliardi di dollari) al 1° febbraio 2025 – ovvero il 5,6% del PIL previsto per il 2025 – si colloca al di sotto della soglia del 7-10% del PIL che Kolychev ha citato per considerare gli asset più rischiosi, rafforzando la decisione di escludere il Bitcoin.
Perché è importante
I commenti di Putin nel corso degli anni fanno da sfondo a questa politica.
Nel 2021 ha riconosciuto il potenziale del Bitcoin, ma ne ha sottolineato l’instabilità, dichiarando: “Il Bitcoin ha valore, ma è troppo instabile per il commercio del petrolio”, secondo un report.
Ciò ha fatto seguito alla sua spinta del 2017 per una regolamentazione volta a contenere rischi come il riciclaggio di denaro, una posizione che si è evoluta in un quadro strutturato entro il 2024.
Ma la sua amministrazione ha anche vietato i pagamenti in criptovaluta nel 2022, riflettendo un modello che abbraccia l’utilità della criptovaluta – ad esempio nel commercio internazionale per contrastare le sanzioni – mentre ne limita il ruolo nella finanza interna.
Il precedente coinvolgimento di Putin con la blockchain, come l’incontro del 2017 con il fondatore di Ethereum Vitalik Buterin al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, ha segnalato l’apertura al potenziale della tecnologia, ma sempre all’interno di un quadro controllato.
Nel dicembre 2024, Putin ha affermato che “nessuno può vietare il Bitcoin”, sottolineando il potere della tecnologia decentralizzata.
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