William Quinn, docente senior presso la Queens’ University di Belfast, esperto di bolle finanziarie, ha affermato che la criptovaluta è una “bolla più stupida di qualsiasi bolla precedente” nella storia finanziaria, o “un Ponzi più intelligente di qualsiasi precedente Ponzi” – o qualcosa di tutt’altro genere.
Cosa è successo
Nel suo libro “Boom and Bust: A Global History of Financial Bubbles”, Quinn ha affermato che la bolla delle criptovalute del 2020 non rispecchia gli schemi delle bolle finanziarie del passato.
Quinn suggerisce che nel caso delle criptovalute esiste la possibilità che il sistema finanziario in cui opera sia soggetto a cambiamenti più rapidi e livelli di rischio e volatilità più elevati rispetto alle bolle finanziarie storiche.
“Quindi abbiamo due possibilità”, ha scritto in un post sul blog, aggiungendo: “E la verità è probabilmente da qualche parte nel mezzo”.
Le criptovalute hanno tre caratteristiche distintive che le rendono diverse dalle bolle finanziarie del passato e ne fanno un investimento straordinariamente terribile, secondo Quinn.
In primo luogo, a differenza di altri asset, le criptovalute non hanno valore d’uso a meno che non ci siano altri investitori disposti ad accettarle. In secondo luogo, le criptovalute non creano flussi di cassa. Ultimo ma non meno importante, alcune criptovalute possono essere pagate solo utilizzando valute fiat convertite, come i dollari statunitensi.
Ad esempio, i miner di Bitcoin (CRYPTO:BTC) di solito acquistano apparecchiature elettriche, computer minerari e persino immobili utilizzando dollari USA.
Quinn ha affermato che la vera domanda potrebbe essere se classificare le criptovalute come una “frode” o una “bolla”.
“Ogni bolla precedente che ho incontrato ha coinvolto una merce, un oggetto da collezione o un’attività con flussi di cassa associati […] perché storicamente, produrre un’attività finanziaria senza flussi di cassa associati e commercializzarla come un investimento sarebbe stato considerato frode”, ha scritto. “E una frode e una bolla sono due cose diverse.”