A luglio le presenze nelle località balneari sono calate del 30% per i costi sempre più alti. Ora si guarda ad agosto: 18 milioni di persone in viaggio, il 70% resta in Italia
Luglio amaro per il turismo balneare italiano, che registra un netto calo di presenze sulle spiagge. Secondo l’Osservatorio di Assobalneari-Confcommercio, la flessione è stata pesante: -30% rispetto a luglio 2023, con punte ancora più accentuate in alcune regioni. A incidere sono stati diversi fattori, a partire da un meteo instabile e imprevedibile che ha scoraggiato le prenotazioni, per arrivare a un progressivo e ormai evidente “caro spiaggia”: prezzi sempre più alti che stanno cambiando le abitudini degli italiani in vacanza.
CROLLO VERTICALE IN CALABRIA ED EMILIA ROMAGNA
Le regioni che più hanno sofferto del caro spiaggia sono Calabria ed Emilia Romagna. In Calabria i dati parlano di una flessione media del 40% di presenze rispetto allo scorso anno, con stabilimenti balneari semi-vuoti anche nei weekend. In Emilia Romagna la situazione è analoga, complice anche la riduzione del flusso turistico straniero, in particolare da Germania e Austria, storicamente tra i principali mercati per la Riviera. A pesare è l’evidente disallineamento tra l’offerta e il potere d’acquisto dei turisti: ombrelloni sdraio e lettini che possono costare oltre 150 euro al giorno, pranzi in spiaggia con conti sopra i 70 euro a famiglia, parcheggi a tariffa oraria che superano i 3 euro, e servizi una volta inclusi ora diventati extra…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.