La strategia di Donald Trump per ridurre il gap con la Cina sulle Terre rare passa per l’Ucraina e per il Canada. L’uomo chiave è l’imprenditore Kennet Mushinski
Mentre le istituzioni europee si affannano a cercare un quadro geopolitico di insieme che possa garantire rinnovati equilibri puntando sulla difesa, la scacchiera del Vecchio Continente è teatro di sfide che modificheranno gli assetti economici globali. La presidenza Trump non ha nascosto il suo forte interesse per le Terre rare ucraine e su queste sta puntando per conquistare vantaggi competitivi rispetto all’Europa e alla Cina, entrambe affamate del nuovo oro. Ma chi sono gli operatori americani che affiancano e supportano le decisioni del 47° presidente a stelle e strisce? Quali sono le aziende che di fatto potranno lavorare queste materie prime strategiche per conto di Washington?
RARE ELEMENT RESOURCES
Secondo notizie riportate da fonti riservate, la società di riferimento della strategia di Trump è la mineraria Rare Element Resources, che ha sede a Vancouver, in Canada, e che nel Wyoming sta curando il progetto di estrazione di alcune materie prime del gruppo Terre rare. Si tratta del Bear Lodge Project, che prevede il prelievo e lo sfruttamento di Samario, Terbio, Neodimio e Praseodimio di cui pare ricchissimo il territorio ai piedi delle Montagne Rocciose. La Rare Element Resources è poco conosciuta al grande pubblico, ma negli ambienti dell’energia e della difesa è molto apprezzata. Basti pensare che nel ranking mondiale delle società minerarie specializzate in Terre rare si trova al quinto posto, dopo due aziende cinesi e due australiane. Sul punto più alto del podio c’è l’Aluminium Corporation of China seguita al secondo e al terzo posto dalle australiane Iluka Resources Limited e Lynas Rare Earth. In quarta posizione si trova l’altra cinese, la Minmetals Land Limited…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.