L’embargo totale delle importazioni di materie prime energetiche penalizzerebbe il Pil globale nel breve-medio periodo. Un netto incremento dei prezzi porterebbe a un calo dell’attività economica per riequilibrare il mercato
Gli eurodeputati si sono espressi a favore di una risoluzione che chiede l’embargo totale e immediato delle importazioni di petrolio, carbone, gas e combustibile nucleare dalla Russia, in risposta alla guerra in Ucraina. Queste ulteriori misure contro Putin dovrebbero andare in parallelo a un programma che assicuri sicurezza nell’approvvigionamento energetico nella Ue già nel breve termine. La risoluzione prevede anche la definizione di tappe da seguire per la revoca nell’eventualità in cui la Russia adotti provvedimenti intesi a ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ritiri completamente le proprie truppe dal territorio ucraino.
USARE L’ARMA DELLE SANZIONI ENERGETICHE
Jeremy Taylor, Senior Research analyst e Portfolio manager Value equities, e Luke Pryor, analista di ricerca nel team Value Equities di AllianceBernstein hanno provato a immaginare quali scenari si aprirebbero con l’embargo petrolifero alle importazioni dalla Russia. “Per le democrazie occidentali – scrivono gli analisti – esercitare pressione per fermare il conflitto sarà probabilmente una mossa costosa, considerando che la Russia è il terzo produttore mondiale di petrolio e rappresenta il 12% dell’output globale. Se è vero che la messa al bando del petrolio russo danneggerà la principale fonte di ricavi dell’invasore, la sua efficacia dipenderà dalla solidarietà dei Paesi occidentali nonostante le difficoltà economiche e il rischio di aggravare il conflitto”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.