I movimenti di mercato sembrano incorporare il fatto che Trump faccia marcia indietro rispetto a qualsiasi misura che possa danneggiare seriamente la crescita statunitense, ma è bene non sottovalutare il rischio di compiacenza
L’impatto dei dazi sulle singole economie e sui singoli mercati dipenderà dal fatto che Trump mantenga o meno la sua retorica e dall’entità di eventuali ritorsioni da parte dei partner commerciali coinvolti. “I movimenti di mercato sembrano incorporare il fatto che Trump faccia marcia indietro rispetto a qualsiasi misura che possa danneggiare seriamente la crescita statunitense. Riteniamo che lo scenario più probabile sia un negoziato con l’UE che porti all’abolizione o all’attenuazione del dazio del 30%. Pensiamo plausibile anche un ritorno all’imposta reciproca del 10%, precedentemente prevista, per l’UE. Entrambi gli scenari potrebbero richiedere ampie concessioni da parte dell’UE” fa sapere Christian Schul, Chief Economist di Allianz Global Investors.
DAZI, PER ALLIANZGI GERMANIA E ITALIA PIÙ ESPOSTE
Se l’imposta statunitense del 30% sulle importazioni dall’UE diventasse realtà e l’UE non reagisse in modo significativo, a farne le spese sarebbero le esportazioni europee. Ciò potrebbe comportare una crescita inferiore in tutta Europa e prezzi più bassi perché le merci destinate al mercato USA sarebbero convogliate sul mercato interno. Gli Stati Uniti rappresentano circa il 20% delle esportazioni dell’UE nel 2024. Escludendo automobili e acciaio, che Trump ha già colpito con dazi settoriali rispettivamente del 25% e del 50%, le esportazioni interessate rappresentavano il 2,6% del PIL dell’UE nel 2023. Tra le economie più grandi, Germania (3,1%) e Italia (2,8%) sono più esposte rispetto a Francia (1,5%) o Spagna (1,2%)…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.