Il governo che gioca in prima persona è una novità assoluta, in palio c’è ben di più del terzo polo ma un riassetto senza precedenti che investe banche e assicurazioni. Il ruolo del numero uno di Delfin Milleri
C’erano una volta Cesare Romiti e Enrico Cuccia, preceduti da Enrico Mattei e Eugenio Cefis, che giocavano a Monopoli con i pezzi di pregio dell’economia italiana, dall’energia alla chimica, dall’auto all’acciaio, finendo spesso in rotta di collisione con protagonisti emergenti, come Mario Schimberni e Raul Gardini. La finanza serviva da complemento per far quadrare operazioni che avevano comunque al centro l’industria. Poi entrarono nel gioco anche le telecomunicazioni, con il campione nazionale Telecom Italia finito male dopo la scalata forse più distruttiva di valore della storia. Anche allora la finanza fece da complemento, ma diventò protagonista prima con le privatizzazioni e poi con il grande risiko bancario da cui uscirono Banca Intesa e Unicredit. La crisi globale del 2008 rispedì l’industria del credito nell’angolo, non solo in Italia, e iniziò un lungo Purgatorio fatto di smaltimento di prestiti andati a male e di salvataggi di Stato, come per MPS e altri istituti minori, dalla Toscana al Nord-Est.
BANCHE TORNATE AL CENTRO DEI GIOCHI, VECCHI E NUOVI PROTAGONISTI
Ma da qualche anno le banche sono tornate al centro dei giochi, con il risiko e il “terzo polo”, che hanno rimesso in movimento vecchi e nuovi protagonisti, dall’Unicredit di Orcel, al Banco BPM di Castagna fino a MPS, diventato straordinariamente predatore di Mediobanca dopo essere stato salvato dallo Stato, con in cabina di regia il ministro Giorgetti e la benedizione (come minimo) della premier Meloni. Questa sembra la vera novità. Non è che nella prima Repubblica la politica non si interessasse alle banche, che tra l’altro erano praticamente tutte in mano al Tesoro o all’Iri, sempre Stato, ma la vecchia guardia democristiana e socialista, e anche comunista, si limitava a usarle come bancomat per foraggiare le clientele e garantirsi il consenso sul territorio. Poi con l’euro, che mise fine alle svalutazioni della lira che distruggevano patrimonio monetario, diventarono importanti fonti di reddito per gli azionisti, il cui potenziale si cifrava in numero di clienti e sportelli…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.