Hanno retto bene lo shock da Covid, ma in Europa continuano a viaggiare a multipli bassi per modelli di business stanchi, ritardo dell’Unione Bancaria e frammentazioni regolatorie. Ma c’è comunque valore
Come già nella crisi finanziaria del 2007-2008, il Covid-19 ha prodotto cambiamenti nel settore bancario, che hanno dovuto mettere il turbo alla migrazione verso il digitale riuscendo rapidamente a soddisfare le esigenze dei clienti nonostante le forti limitazioni dei lockdown. In Europa in particolare, le banche hanno rappresentato uno dei canali principali di trasmissione dei sostegni dei governi a famiglie e imprese. Gli utili riportati finora mostrano che in generale le banche sono state in grado di affrontare lo shock con perdite limitate.
BASSE VALUTAZIONI SCONTANO BASSI RENDIMENTI
Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer e Pierre Blanchet, Head of Investment Intelligence, Global Views, Global Research, entrambi di Amundi, sottolineano in un commento che nonostante questa resilienza, le azioni delle banche europee sono negoziate a bassi multipli sia assoluti che relativi. Dopo i minimi i minimi storici toccati nel 2020, i titoli delle principali banche dell’Eurozona sono oggi scambiati a 0,7 del loro valore contabile tangibile solo 9 volte gli utili attesi. Basse valutazioni che presuppongono che i rendimenti rimarranno strutturalmente al di sotto del costo del capitale e che, nel complesso, i rischi e i costi di gestione saranno superiori ai profitti futuri…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.