Amundi sottlinea le buone ragioni per tornare all’obbligazionario, offre sicurezza e diversificazione. Spread dei BTP equilibrato, riflette incertezza ma anche la coesione europea
Forse non è proprio un ritorno al passato remoto, prima della lunga era dei tassi zero o negativi, quando la regola dell’asset allocation era 40% bond e 60% azioni, ma sono tornate diverse buone ragioni per guardare con interesse all’investimento obbligazionario. Al tema ha dedicato una press conference virtuale Amundi a cui hanno partecipato Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer, Amaury d’Orsay, Head of Fixed Income, Ken Taubes, Chief Investment Officer, US, e Yerlan Syzdykov, Head of Emerging Markets, che hanno messo in evidenza i motivi per cui dopo 10 anni di tassi ultra bassi è ora il momento di tornare a guardare al reddito fisso.
ORA C’E’ L’ALTERNATIVA ALLE AZIONI
Fino a poco fa non c’erano alternative alle azioni, per l’investitore, ma ora è tempo di riconsiderare l’allocazione nei bond come alternativa per diverse ragioni. La prima citata dagli esperti di Amundi è che danno di nuovo rendimenti anche in termini reali, per cui negli ultimi mesi il rapporto con le azioni si è ribilanciato. Quindi la diversificazione, visto che le azioni stanno subendo i colpi dell’inflazione, e poi il fatto che sembra stia tornando una correlazione negativa tra azionario e obbligazionario. Inoltre, in caso di shock come quest’anno, i bond offrono una certa protezione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.