Nel suo scenario centrale la casa d’investimento non prevede per il momento una recessione causata dai dazi e, in un contesto di strategia di allocazione prudenziale, rimane leggermente favorevole al rischio
Gli asset statunitensi, in particolare i Treasury e il dollaro, stanno perdendo il loro ruolo di bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza. Tuttavia, come tiene a precisare Vincent Mortier, CIO Amundi Group, forse è prematuro metterne in discussione la fiducia. Anche se un‘eventuale sfida all’indipendenza della Fed e l’eccessiva incertezza politica negli Stati Uniti potrebbero minare la confidenza del mercato.
ALCUNI TEMI DA MONITORARE
Guardando all’immediato futuro, il manager intravede alcuni temi da monitorare, a cominciare dall’impatto sulla crescita statunitense della guerra commerciale e del protezionismo. “Nel nostro scenario centrale non è prevista per il momento una recessione causata dai dazi. La crescita del PIL dovrebbe attestarsi quest’anno attorno all’1,5%, frenata dai dazi, dalle pressioni sui consumi, dal mercato del lavoro e dall’effetto negativo sulla ricchezza”, spiega Mortier che poi aggiunge: “I dazi statunitensi eserciteranno pressioni sulle esportazioni europee e sulla crescita, ma l’Europa beneficerà anche di alcuni fattori incoraggianti quali la spesa fiscale in Germania, il basso prezzo del petrolio e la blanda reazione dell’UE ai dazi statunitensi”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.