Nel 2023 ci saranno opportunità per le obbligazioni, a cui seguiranno quelle per le azioni nel secondo semestre. I rischi continueranno con un’inflazione elevata ma le prospettive migliorano con una Fed meno aggressiva
Il 2022 è stato l’anno peggiore. Ma nel 2023 torna un poco di fiducia. Per Amundi è un “barlume dopo la tempesta”, con le prospettive che potrebbero migliorare con una Fed meno aggressiva e con valutazioni di mercato che sono oggi più interessanti. I primi sei mesi dell’anno prossimo saranno caratterizzati da un’inflazione ancora persistente e da un ulteriore rallentamento dell’economia. Molto dipenderà anche dagli sviluppi della guerra in Ucraina.
L’OUTLOOK 2023: CRESCITA A RILENTO
“La guerra in Ucraina ha funzionato da acceleratore e ha dato una spinta decisiva all’aumento dell’inflazione”, spiega Matteo Germano, Deputy Group CIO di Amundi. “Il 2022 è stato peggiore anche del 2008, con azioni ma anche obbligazioni in netto calo”. Ci si aspetta un ulteriore rallentamento della crescita globale al 2,2%, rispetto al 3,4% del 2022, con diversi paesi sviluppati ed emergenti che dovranno fare i conti con una stagnazione economica...
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.