Wellington Management sottolinea la spinta alla crescita della Germania, ma avverte sui rischi di escalation protezionistica. Le implicazioni per Bce e politiche fiscali
Proprio quando gli investitori stavano iniziando a valutare le potenzialità di crescita dell’Europa sono arrivati i dazi di Trump, poi ridotti per almeno 90 giorni. In una contesa tra tasse e dazi, quale approccio è vincente? E in che misura il potenziale europeo resta valido? Eoin O’Callaghan, Macro Strategist di Wellington Management, ritiene che i dazi non dovrebbero influenzare negativamente la revisione delle valutazioni europee, osservando che il recente cambiamento di politica fiscale in Germania ha iniziato a modificare il potenziale strutturale dell’Europa e la rivalutazione dei suoi asset.
DA EVITARE SCENARI ESTREMI DI GUERRA COMMERCIALE
La tregua sui dazi di Trump riduce inoltre l’impatto negativo sulla crescita dell’Eurozona, ma l’effetto sul PIL sarà comunque rilevante, perché un dazio globale del 10%, con il 150% per la Cina, potrebbe ridurre di circa l’1% la crescita europea quest’anno. Ma, secondo l’esperto di Wellington, finché si eviteranno scenari estremi di guerre commerciali la rivalutazione strutturale relativa dell’Europa continuerà, e i dazi potrebbero addirittura accelerare il processo. Se i dazi rimarranno invariati, secondo O’Callaghan nel tempo dovrebbe prevalere l’impulso alla crescita della Germania, con un incremento stimato di almeno 1 punto percentuale l’anno e di 0,3 punti nell’Eurozona…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.