Come spiega in questa intervista Rudi Van den Eynde (CANDRIAM), sebbene gli studi pre-clinici possano registrare numerosi sviluppi promettenti, solo le sperimentazioni cliniche confermano l’efficacia di un farmaco
La pandemia da Covid-19 ha acceso i riflettori sulla ricerca medica, valorizzandone l’importanza e incrementandone le aspettative. In questa intervista per la giornata mondiale contro il cancro celebrata il 4 febbraio scorso, Rudi Van den Eynde, Head of Thematic Global Equity di CANDRIAM, illustra gli sviluppi degli studi pre-clinici e della sperimentazione nella lotta contro i tumori.
Molti ritengono che la svolta segnata dai vaccini per il COVID-19 basati sulla tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA) aprirà le porte a nuovi trattamenti contro il cancro. Lei è d’accordo?
“In realtà, la produzione di massa dei vaccini per COVID-19 che utilizzano l’mRNA si basa su sviluppi nel campo delle biotecnologie che risalgono a oltre 30 anni fa. Si è tentato di utilizzare tale tecnologia per stimolare il sistema immunitario a combattere il cancro, ma si sono registrati effetti collaterali gravi. Stiamo seguendo con molta attenzione il costante sviluppo di diverse immunoterapie, come quelle basate sull’mRNA e molte altre, comprese le tecniche più comprovate come l’uso degli anticorpi in ambito immuno-oncologico. Purtroppo i tumori esistenti sono tra 100 e 200, a seconda del sistema di classificazione che si utilizza. Questa complessità spiega come mai è poco probabile che si trovi una soluzione efficace contro tutti i tumori”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.