Il differenziale tra i titoli di stato italiani e tedeschi a 10 anni torna sopra i 200 punti. Lane (Bce): “Sappiamo che a un certo punto muoveremo i tassi, non solo una volta ma più volte”
L’euforia post-Fed sembra essere già un lontano ricordo per i mercati azionari. Dopo il sell-offi di ieri, 5 maggio, oggi proseguono le vendite sui listini globali, messi sempre più a dura prova dall’incertezza provocata dall’inflazione in aumento, dalla guerra in Ucraina e dai nuovi lockdown in Cina. Tutti fattori che rischiano seriamente di bloccare la ripresa post-Covid e riportano in primo piano lo spettro della stagflazione, soprattutto in Europa.
SPREAD A QUOTA 200 PUNTI
Anche nel mercato delle obbligazioni gli effetti dell’incertezza si sentono. Un segnale arriva dallo spread tra i titoli di Stato italiani e gli omologhi tedeschi a 10 anni, che nel pomeriggio ha toccato quota 202 punti, livello che non si vedeva da maggio 2020. In netto rialzo anche il rendimento del decennale italiano, che ha toccato un nuovo record da fine 2018 a quota 3,05%. A spaventare gli investitori è l’effetto dell’inflazione, che ad aprile in Europa ha toccato +7,5%. Un dato che mette la Bce nelle condizioni di dover alzare i tassi, anche se per il momento, proprio a causa della guerra, da Francoforte si tende a frenare…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.