Il rialzo messo a segno da inizio anno è stato trainato da soli 7 Big Tech ma arrivano segni che anche altri industriali e nei servizi si stanno aggregando. Oltre la IA, il focus resta su inflazione, tassi e geopolitica
L’indice “S&P 493” sta diventando popolare a Wall Street, in rete si cominciano a trovare analisi tecniche e grafici dedicati che tracciano il ‘corpaccione’ del primo mercato azionario del pianeta, fatto di quello che resta del classico S&P 500 una volta sottratti i sette titoli che hanno trainato il rialzo di quasi il 14% messo a segno da inizio anno. Amazon, Google, Meta, Tesla, Nvidia e Microsoft dal 1° gennaio hanno messo insieme un +84% combinato, mentre il resto è rimasto appena sopra il 3%. Il motore che fa muovere i sette Big è ovviamente l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, insieme alla conclusione in arrivo del ciclo di stretta monetaria della Fed, dato che da sempre i titoli tecnologici growth ad alta capitalizzazione sono i più sensibili ai tassi.
DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE UNA MANO CONTRO L’INFLAZIONE
Ma tutti dicono che l’IA non beneficerà solo i Big Tech che la ‘producono’, ma i suoi effetti si spalmeranno su tutta l’economia, dall’industria ai servizi fino all’agricoltura. E forse gli investitori stanno cominciando a prenderne atto. L’IA inoltre è un potente fattore deflazionistico, perché aumenta produttività e efficienza abbattendo i costi, e dà in questo modo una mano anche alla Fed aiutando un atterraggio morbido con un rientro dell’inflazione senza pagare il prezzo di una recessione severa. Un segnale di risveglio dell’S&P 493, tutto da confermare, è arrivato nella seduta di giovedì 15 giugno, con una serie di titoli poco ‘tech’, come automotive, vendite al dettaglio, manifatturieri e servizi di viaggi e crociere, che hanno accelerato la ripresa avviata dopo i dati sul mercato del lavoro di inizio giugno, che hanno mostrato la creazione di ben 340.000 nuovi posti a maggio…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.