GAM sottolinea che il ritorno ai dividendi aiuterà le quotazioni azionarie e abbasserà il costo del capitale. La qualità degli asset è rimasta resiliente e le perdite su crediti stanno tornando su livelli pre-Covid
Prosegue il lento percorso verso la normalizzazione delle banche europee, dopo un quarto trimestre 2020 che ha visto un punto di inflessione negli utili accompagnato da una solvibilità che ha battuto le proiezioni della stessa Bce. Il ritorno dei dividendi è atteso in corso d’anno ma per gli obbligazionisti è ancora più importante il fatto che l’eccesso di capitale rispetto ai requisiti è aumentato sequenzialmente vicino al 50% rispetto ai livelli pre-Covid-19. La resilienza delle banche è stata chiaramente superiore alle aspettative, superando le proiezioni della Bce che nell’analisi di vulnerabilità condotta a luglio 2020 presupponeva un calo del CET1 sotto il 13%.
QUESTA VOLTA I DIVIDENDI NON DANNEGGIANO GLI OBBLIGAZIONISTI
Lo sottolinea Romain Miginiac, CFA, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments, rilevando che nel caso attuale non vale la teoria secondo cui i dividendi dovrebbero essere dannosi per gli obbligazionisti, in quanto riducono il capitale in eccesso. Oggi, infatti, la capacità di pagare dividendi riflette sia la tranquillità dei regolatori sia le prospettive economiche. Per questo il ritorno ai dividendi è positivo per le valutazioni azionarie e abbasserà il costo del capitale, il che sarà di supporto per la capacità di raccogliere denaro se necessario, e quindi per la resilienza del sistema finanziario. Secondo GAM, un ulteriore segno di normalizzazione è la qualità degli asset, rimasta resiliente nel quarto trimestre, con le perdite su crediti che stanno tornando ai livelli pre-Covid-19…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.