Il Global Head of Fixed Income Nicolas Forest, sottolinea le incertezze su inflazione e prossime mosse della BCE che rendono difficile investire con tranquillità, sia sul credito Investment Grade che sul debito italiano
Dopo il primo rialzo dei tassi da 50 punti base a luglio, la Banca Centrale Europea si è presa una lunga vacanza estiva. Adottando un approccio discreto sui media, la presidente Christine Lagarde ha persino ceduto il posto a Isabel Schnabel al meeting dei banchieri centrali globali di Jackson Hole, lasciando ai falchi il compito di sostenere la necessità di una stretta aggressiva, arrivata poi a settembre. Per questo, il secondo rialzo dei tassi della BCE, da 75 punti base, anche se storico era ampiamente previsto. Il tasso di deposito è tornato al livello del 2011 e Lagarde ha voluto colpire duro mentre l’inflazione, al 9,1%, non mostra segni di rallentamento.
STIME RIVISTE SU INFLAZIONE E CRESCITA
È la ricostruzione di Candriam in un commento del Global Head of Fixed Income Nicolas Forest, secondo cui la volatilità è destinata a continuare sull’obbligazionario. La riunione d’autunno della banca centrale è stata anche l’occasione per correggere le stime su crescita e inflazione nel 2023, con le prime riviste al 5,5% rispetto al precedente 3,5% e le seconde ridotte allo 0,9% dal 2,1%. Se è ancora presto per fare un bilancio del 2022, Forest ritiene che si possono già trarre tre lezioni da questi ultimi mesi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.