Pechino impone a sempre più Paesi emergenti il renmimbi per gli scambi bilaterali, ma le possibilità di spodestare il biglietto verde restano remote. Resterà a lungo un porto sicuro e un deterrente efficace
Il dollaro è destinato a fare la fine della sterlina britannica, per secoli moneta di riserva e di scambio globale il cui declino iniziò un secolo fa insieme a quello dell’Impero? La discussione è aperta da decenni, ma non è mai andata troppo avanti per mancanza di alternative al biglietto verde. L’euro rimane una fonte di diversificazione, ma non ha alle spalle una ‘nazione’ superpotenza globale e Bruxelles resta il primo alleato di Washington, non un competitor che ne insidia la leadership mondiale. Cosa che invece dichiaratamente intende fare la Cina, che ora sta spostando sullo scacchiere valutario un confronto che finora si è dispiegato soprattutto in campo commerciale e tecnologico.
OFFENSIVA VALUTARIA CINESE IN AFRICA E AMERICA LATINA
Pechino sta intensificando gli sforzi per fare del renminbi una valuta di standing internazionale, ha ottenuto che gli scambi con la Russia avvengano progressivamente in moneta cinese, che verrà sempre più usata negli scambi in Asia, Africa e America Latina. Ha stretto un accordo con il Brasile per regolare in renmimbi il commercio tra i due paesi e si prepara a farlo con molti altri nella vastissima area emergente in cui conta ben 126 partner commerciali che sempre più sono regolati dalla clausola di utilizzare la valuta cinese, anche se a livello di riserve delle banche centrali non supera ancora il 3% del totale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.