Il costo-opportunità del rimanere liquidi, è l’opinione di AllianceBernstein, è molto elevato: nel tempo la maggior parte delle asset class è destinata a fare meglio
I minori consumi e i timori sulle valutazioni e la volatilità dei mercati finanziari hanno spinto la liquidità su livelli record, nel nostro paese, a fine febbraio, i depositi da clientela residente erano pari a 1.746 miliardi, il 10% in più del dato registrato un anno prima. Nei periodi di incertezza la liquidità è rassicurante, ma la sicurezza a breve termine ha un prezzo, viene ricordato dagli strategist di AllianceBernstein, con i tassi d’interesse ai minimi storici e i tassi negativi prevalenti in molti mercati sviluppati, la liquidità non rende quasi nulla. Definendo chiaramente gli obiettivi a lungo termine, spiegano, gli investitori possono tranquillamente reimpiegare la liquidità inutilizzata, nonostante l’incertezza sulla traiettoria della ripresa.
LE VALUTAZIONI ELEVATE NON PRELUDONO SEMPRE A UN DISASTRO
Per molti risparmiatori, un ostacolo a investire la liquidità è rappresentato dalle elevate valutazioni raggiunte dai mercati finanziari, le borse Usa in particolare hanno segnato nuovi massimi storici. Un’analisi di AllianceBernstein rivela tuttavia che l’investimento azionario ha fornito rendimenti solidi nel tempo anche agli investitori entrati nel mercato quando le azioni apparivano sopravvalutate. Investendo, a partire dal 1950, importi uguali in azioni Usa ogni volta che è stato raggiunto un nuovo picco di mercato, si sarebbe ottenuto un rendimento annuo medio del 9,6%, l’1,9% in meno rispetto a quanto si sarebbe potuto ottenere investendo in corrispondenza del minimo di ogni fase ribassista…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.