Meloni e De Luca: l’episodio è stato messo subito sotto i riflettori. Tutti noi sappiamo cosa è successo, alcuni si sono schierati da una parte e altri dall’altra, ma ciò che conta ora è lo stato di salute del linguaggio mediatico
Se avete un amico o un’amica ciclista, avrete di certo notato che non appena il suo orecchio coglie il rumore di una bicicletta, si volterà istintivamente in quella direzione. Oppure, se vi accompagnate con qualcuno che ha la passione per la lettura, sicuramente correrete sempre il rischio di entrare nella prima libreria che vi troverete a portata di mano. Se invece siete a spasso con chi ha una passione per il collezionismo, allora state pur certi che vi troverete accerchiati da mercatini e bancarelle prima che possiate rendervene conto.
Di quest’ultimo caso, poi, ci sono un sacco di declinazioni: chi colleziona i vinili e chi i fumetti, chi i francobolli e chi le monete, chi i vecchi telefoni a gettoni e chi i vecchi gettoni per i telefoni. Ma in certi mercatini non si sa mai cosa ci si può trovare, spulciando con gli occhi e con le dita tra le cataste impolverate. Per esempio, avete mai visto una cartolina datata 1893? Se vi fosse capitato, probabilmente la scritta sul retro comincerebbe più o meno così: “Essendomi stato dato il suo pregiato indirizzo, mi permetto, alla presente, di pregarla…”. E sì, è davvero l’incipit di una cartolina datata 5 dicembre 1893, trovata proprio in uno di questi fascinosi mercatini.
Oltre un secolo fa le cose erano parecchio diverse, e il linguaggio non faceva eccezione. Non serve certo scriverlo qui e ora per rendersene conto, ma nel Sunday View di questa settimana cerchiamo di fare un passetto in più.
Quando voi ci siete, noi ci siamo.
DELICATISSIMO
Non c’è bisogno di avere a fianco qualcuno appassionato di politica per sapere che negli ultimi tempi il linguaggio dei partiti si è fatto sempre più portatore di termini popolari. Parliamo dei vari ‘inciuci’ e ‘radical chic’ che riempiono le dichiarazioni e che danno il gancio per molte interviste. Sono termini che ormai spesso diamo per scontati, anche se sono in realtà abbastanza nuovi in un panorama linguistico in continua evoluzione e a cui ci stiamo – appunto – abituando. Poi però succede qualcosa che va ben oltre, per esempio quando un presidente del consiglio incontra un presidente di regione, stringendogli calorosamente la mano e riportando alla memoria di tutti un certo “fuori onda” poco fortunato di quest’ultimo. Subito il web e i media si sono divisi di fronte alla mossa di Giorgia Meloni che ha preso linguisticamente in contropiede Vincenzo De Luca. Il contesto lo conosciamo bene o male tutti, ma ciò che si nasconde dietro la reazione che ci ha generato questo episodio, è la portata dell’episodio stesso. Questo non è lo spazio né il momento di lasciarsi andare ad analisi politiche o etiche, per carità. Senza dare torto o ragione a nessuno, ciò che ci interessa qui è lo sdoganamento di certi termini. Alzare – o abbassare, dipende dai punti di vista – l’asticella nella scelta delle parole non è una cosa da poco. Giocando a mettere tutto sul piano di una ipotetica strategia comunicativa, l’obiettivo non sarebbe solo prevalere sull’altra figura, ma soprattutto creare uno scambio forte, un confronto che polarizza sia i media che lo riportano, sia gli utenti che lo apprendono. Qualcuno parla di empatia, di immedesimazione nelle due figure. Perché? Perché i protagonisti della scena hanno usato un registro che appartiene più alla platea che al palcoscenico, e il pubblico s’infiamma quando percepisce questa piccola deviazione da ciò cui si aspettava invece di assistere…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.