Gli industriali parlano di “crescita anemica”: +05% del Pil nel 2025. E chiedono “misure per mobilitare parte dei 6mila miliardi della ricchezza delle famiglie a favore di strumenti emessi dalle aziende”
In Italia la ricchezza finanziaria delle famiglie ha toccato quota 6mila miliardi di euro nel 2024. Una cifra imponente, che però in larga parte resta parcheggiata su conti correnti e strumenti a basso rendimento. Un capitale che, secondo Confindustria, potrebbe avere un ruolo decisivo nel rilancio degli investimenti nel Paese, se opportunamente mobilitato con politiche economiche mirate. Il problema è chiaro: mentre la ricchezza privata cresce, il Pil rallenta. Il Centro studi di Confindustria prevede una “crescita anemica” del Pil, appena dello 0,5% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, frenata da esportazioni deboli e consumi stagnanti. È in questo contesto che si fa strada la necessità di una nuova manovra economica capace di attivare parte di questa liquidità verso impieghi definiti più produttivi.
RICCHEZZA FINANZIARIA, IL POTENZIALE ITALIANO
Il valore della ricchezza finanziaria dalle famiglie italiane supera il Pil nazionale, ma secondo Confindustria questa liquidità resta sostanzialmente inutilizzata. E sottolinea come la propensione al risparmio sia aumentata dopo la pandemia e l’incertezza geopolitica abbia rafforzato la tendenza a parcheggiare la liquidità in conti a basso rischio. Per gli industriali italiani anche una minima quota di questa ricchezza, se ben canalizzata, potrebbe finanziare imprese, infrastrutture, sanità e istruzione, contribuendo a creare un contesto più favorevole alla crescita economica…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.