Mentre Stati Uniti e Cina continuano a restare defilate, nel testo finale della COP29 non compaiono riferimenti fermi alla decisione storica dello scorso anno di “abbandonare i combustibili fossili”
Le ricerche pubblicate questo mese mostrano che il mondo si sta dirigendo verso un aumento di 2,7°C di riscaldamento globale. Anche se l’obiettivo di 1,5°C potrebbe sembrare ormai tramontato, dovremmo almeno continuare a ridurre le emissioni al massimo per cercare di limitare il più possibile il riscaldamento globale. “È incoraggiante quanto comunicato dal Brasile e il Regno Unito, che hanno rivisto i loro Nationally Determined Contribution (NDC). Dovremo tuttavia aspettare la COP30 in Brasile, quando le nazioni saranno tenute a presentare NDC rivisti e più incisivi” fa sapere Gerrit Dubois, Responsible Investment Specialist, DPAM.
IL PUNTO CRUCIALE DEI FINANZIAMENTI
Secondo il manager il punto cruciale resta quello dei finanziamenti. Quelli per il clima, inclusi quelli per la mitigazione, l’adattamento e l’impegno alla riduzione delle emissioni, sono un obbligo fondamentale nel testo formale dell’Accordo di Parigi. In termini di miglioramento delle soluzioni di finanziamento per i Paesi in via di sviluppo, era già stato deciso di rivedere al rialzo i 100 miliardi di dollari all’anno destinati al gruppo. Il testo finale della COP29 di Baku prevede un impegno volontario di 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035, provenienti da mercati pubblici e privati e guidati dai mercati sviluppati. “Tuttavia, oltre ad essere una proposta al ribasso, resta ancora molto lavoro da fare per tradurre i Piani nazionali di adattamento e tutti i programmi e le roadmap associate in risultati tangibili” riferisce Dubois…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.