Nonostante anni di negoziati, persiste un ampio scarto tra gli obiettivi climatici e gli impegni reali: segno di una distanza tra le dichiarazioni dei vertici e i progressi sul terreno
Dal 10 novembre è partita la 30ª edizione della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30), in programma a Belém, in Brasile. Si parte da esigenze di investimento per la transizione energetica chiare: per restare su una traiettoria che limiti l’aumento della temperatura globale a non oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, sono necessari circa 4.000 miliardi di dollari all’anno. Il capitale, però, è limitato, e con bilanci pubblici sotto pressione e capacità di finanziamento non omogenee tra i Paesi, la tendenza indica un crescente spostamento dell’onere verso i mercati privati.
COMBINARE CAPITALE PUBBLICO CON CAPITALE PRIVATO
“Per colmare il divario, serviranno piani progettuali più trasparenti, strutture di modalità di finanziamento che combinano capitale pubblico con capitale privato (blended-finance) e quadri regolatori capaci di attrarre capitale privato su larga scala” tiene a sottolineare Sarah Peasey, Head of Europe Sustainable Investing di Neuberger Berman. Che subito avverte: occorre chiedersi su come Paesi, città e comunità potranno resistere a eventi climatici sempre più estremi e con crescenti ripercussioni materiali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.