Ci sono quasi 1.900 miliardi di euro immobilizzati nei depositi bancari: non investire espone il patrimonio a dei costi fissi. Scopriamo quali sono e quanto pesano sul portafoglio
Una valanga di soldi fermi. Immobilizzati sul conto conto corrente, sempre più spesso scambiato per un forziere, piuttosto che uno strumento utile alla gestione del denaro. Ma non al risparmio. In Italia, tanto per rendere l’idea, ci sono 1.745 miliardi di euro posteggiati sui conti correnti, nel 2020 erano 1.584 miliardi. Il dato è in crescita, complice il Covid che ha inevitabilmente ridotto le occasioni di spesa e aumentato l’incertezza sul futuro, facendo accumulare ricchezza non sotto al materasso ma in banca. Ma senza investire, è un po’ la stessa cosa.
I TASSI NEGATIVI E IL COSTO PER LE BANCHE
Secondo l’ultimo report dell’Abi, che ha elaborato i dati di Bankitalia, il tasso di incremento annuo dei depositi delle famiglie è in crescita, con un netto +10,2% messo a segno nel mese di febbraio. Se alla somma dei conti correnti, si aggiunge anche quella delle obbligazioni (214 milioni), il totale sfiora 1.900 miliardi di euro. Una cifra enorme che sta diventando un peso per le banche, costrette a pagare il costo dei tassi negativi per il deposito della liquidità presso le banche centrali. Alcune banche, a cominciare da Fineco, hanno iniziato ad applicare commissioni ai clienti con saldi esagerati, oppure a chiudere il conto se supera la soglia dei 100mila euro. L’alternativa è comprare prodotti finanziari o richiedere prestiti, in modo che l’istituto di credito riesca a limitare i costi. E a proposito di costi, chi lascia i soldi fermi in banca se ne accolla più di uno…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.