Robeco, in un’analisi della Senior Portfolio Manager Natalie Falkman, spiega le opportunità offerte dalle soluzioni circolari per superare problemi di catene di approvvigionamento sempre più fragili e vulnerabili
I problemi di approvvigionamento si ripercuotono inevitabilmente su aziende, consumatori ed economie. Il Covid continua a turbare intere regioni nel mondo, con lockdown che intasano i porti, paralizzano gli autotrasporti e riducono i flussi internazionali, evidenziando quanto siano diventate fragili e vulnerabili le catene di fornitura. Queste sono ormai così lunghe, complesse e frammentate che i consumatori finali non hanno idea di cosa provochino. I fattori produttivi vengono estratti, processati e assemblati a monte da operatori diversi in paesi diversi, per essere destinati ai clienti a valle. La produzione di una cella fotovoltaica inizia estraendo sabbia di quarzo in Cina, che poi viene fusa in lingotti, sezionata in fette sottili e finalmente assemblata in Malesia, Cambogia, Vietnam e Thailandia.
TUTTO COMINCIA DALLA CINA
Natalie Falkman, Senior Portfolio Manager di Robeco, indica la risposta nelle “Soluzioni Circolari”, che rappresentano la triplice risposta alle sfide delle catene di approvvigionamento, partendo dal fatto che oggi la Cina è il primo esportatore al mondo e rappresenta il 12% del commercio globale, valutato 28.500 miliardi di dollari nel 2021. La produzione mondiale è sempre più concentrata e pericolosamente dipendente da fornitori cinesi. Fattori produttivi più convenienti hanno facilitato un modello lineare, che parte dall’estrazione di materiali e termina con la loro eliminazione da parte dell’utente finale. Così, sottolinea Falkman, non solo si perde il valore insito nel prodotto, ma si avviano nuovi percorsi produttivi che richiedono più materie prime, processi e logistica. E ogni volta danno vita a un nuovo ciclo di rischi ambientali e di fornitura…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.