Intervistato dal Corriere della Sera, l’amministratore delegato Alessandro Araimo spiega la strategia di crescita di Warner Bros Discovery in Italia dopo l’arrivo di Fabio Fazio e Amadeus sul Nove
Nel sonnolento mondo televisivo italiano è suonata la sveglia. Discovery ha improvvisamente interrotto il tran tran di un settore che sembrava quasi cristallizzato, con qualche piccolo scossone all’abituale duopolio che, in realtà, non scuoteva nulla. Ma ora le cose stanno cambiando. Fabio Fazio e Amadeus sul Nove sono la prova che Warner Bros Discovery in Italia fa sul serio e vuole realizzare una vera e propria offerta generalista per conquistare parte del ricco mercato pubblicitario. Con tutte le conseguenze del caso per uno dei settori principali dell’economia nazionale, che secondo l’ultimo report Mediobanca dà lavoro a 21mila persone e ha un giro d’affari di 8,5 miliardi di euro.
NON CHIAMATELO TERZO POLO
A puntare la sveglia è stato Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros Discovery in Italia e General Manager per il Sud Europa. Dopo il “colpaccio” Fabio Fazio, Araimo aveva detto che per Discovery si trattava di un punto di partenza. Ed è stato di parola. L’arrivo di Amadeus certifica la volontà di andare a sparigliare il tavolo da gioco nel quale, da molti anni, si vedono più o meno sempre le stesse facce. Ma non chiamatelo “terzo polo”, perché lo stesso Araimo, intervistato dal Corriere della Sera, lo ha definito “un concetto anacronistico”. E forse in questo guardare oltre sta la forza del progetto Nove, punta più visibile di un gruppo che può contare su visione strategica, mezzi finanziari e strumenti tecnologici, un mix non da poco nel mercato italiano…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.