Mercati e economie navigano in acque inesplorate, il pessimismo prevale ma sono possibili sorprese positive. Qualche segnale c’è anche se non fa titolo. L’inflazione e i tassi d’interesse restano fattori chiave
Come ogni anno di questi tempi mercati e investitori si chiedono come saranno i prossimi 12 mesi. Un esercizio che negli ultimi tre anni si è rivelato inutile e impossibile, causa l’irruzione sulla scena globale di eventi imprevisti e non legati al trend dell’economia: prima la pandemia con la paralisi planetaria dell’attività, poi la ripartenza violenta che unita alle strozzature produttive e di forniture ha riacceso l’inflazione, e poi la guerra in Ucraina e la crisi energetica, benzina sul fuoco di un’inflazione che sembrava avviata a rientrare e che ha costretto la Fed e le altre banche centrali alla stretta più rapida e intensa della storia, come mostra il grafico qui sotto.
[–img-1–]
TASSELLI POSSIBILI DELLA NUOVA NORMALITA’
La vera sorpresa del 2023 potrebbe essere che non ci sono sorprese ‘esterne’ come negli ultimi tre anni e che economie e mercati vivranno un anno di atterraggio più o meno morbido sul terreno della ‘normalità’. Ma quale? Molti indizi puntano a un rientro nel percorso di uscita dai 10 anni di liquidità illimitata e tassi zero seguiti alla Grande Recessione del 2008 e poi alla crisi del debito sovrano europeo del 2011-12. Ritorno anche a una normalità fatta di decarbonizzazione, interrotta dalla crisi energetica, e di parziale de-globalizzazione, con economie meno dipendenti dalle catene mondiali di fornitura. Un altro tassello della nuova normalità dovrebbe essere il ridimensionamento del peso su indici e portafogli globali dei big tech americani, che fanno parlare molti di fine dell’era dei Faang. Più che di un’era si è trattato in realtà di un eccesso alimentato dalla stay-home economy post pandemia e durato meno di due anni, come si vede nel grafico di TradingView qui sotto…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.