ChatGPT, GPT 3, Dall-E e OpenAI sono nomi sulla bocca di tutti, ma sappiamo veramente a cosa si riferiscono? Nel Sunday View di questa settimana andiamo alla scoperta del mirabolante mondo dell’intelligenza artificiale
C’era una volta, in un reame lontano, un inventore che creò una macchina capace di scoprire se una qualsiasi frase fosse vera o falsa. Il sovrano di quel Paese ne fu molto turbato, per questo promise montagne d’oro a chiunque riuscisse a screditare il marchingegno. Al portone del castello si formò una gran fila di aspiranti miliardari, ma chiunque sfidasse quella diavoleria con una frase qualsiasi se ne tornava a casa a mani vuote. Finché un bel giorno si fece avanti una dolce bambina che, sorridendo alla macchina, disse con tono allegro e spensierato: “Questa frase è falsa”.
Risultato? Error 404 e tanti cari saluti.
Uomo 1, macchine 0. Palla al centro.
Questa è solo una semplice storia, ma la partita che stiamo giocando oggi sul campo dell’intelligenza artificiale è ben più importante. Perché è vero che non dobbiamo aspettarci robot indistruttibili alla Terminator da qui a due anni, però è importante conoscere ciò con cui abbiamo a che fare.
Siete d’accordo? E allora andiamo.
LO STATO DELL’ARTE
Era il luglio del 1956 quando un gruppo di cervelloni si ritrova al college di Dartmouth per una conferenza, che passerà alla storia come la scintilla che diede il via allo studio dell’Intelligenza Artificiale in quanto tale. Tutto parte da un’idea semplice: riprodurre le capacità di una mente biologica attraverso la tecnologia di un computer..
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.