Non c’è niente in comune con il disastro di 15 anni fa, quando le banche di tutto il mondo erano piene di titoli tossici. Oggi è solo la storia di un problema di liquidità mal gestito da una banca nella culla del tech
Nonostante i titoli di qualche giornale che parlano di Lehman 2.0, il collasso della Silicon Valley Bank che ha scatenato un’ondata di vendite sui titoli bancari sulle due sponde dell’Atlantico ha poco a che vedere con la crisi devastante che investì il sistema finanziario globale ormai 15 anni fa. Non ci sono i giro titoli tossici come quelli costruiti sui mutui subprime, di cui erano pieni i portafogli delle principali istituzioni finanziarie. Il circolo vizioso in cui è incappata la ‘banca delle star’ del private equity e del venture capital che investono miliardi di dollari nelle start up della Baia di San Francisco ha molto più a che fare con la normale ‘fisiologia’ del mercato, è circoscritto geograficamente e settorialmente, e non nasconde rischi sistemici, né in USA né a livello globale. Ma capita nel momento sbagliato, dopo il rally di inizio anno dell’azionario, soprattutto europeo, e può riaccendere per un po’ di tempo l’avversione al rischio. Oltretutto arriva subito dopo il collasso di Silvergate, business totalmente diverso in quanto focalizzato sulle cripto, ma accomunato a SVB dall’euforia per tech e appunto criptovalute del 2021-22.
LA COMBINAZIONE DI TASSI ALTI E SELL-OFF DEI TECNOLOGICI
Fino a metà dell’anno scorso tutto filava liscio nella banca della Silicon Valley, che raccoglieva nei suoi depositi la liquidità allora abbondante di startup e relativi investitori per impiegarla in obbligazioni del Tesoro e non sempre allora a rendimenti bassissimi. Poi è arrivata una doppia botta: startup e investitori hanno cominciato a ritirare liquidità dai depositi di SVB per la caduta in disgrazia del settore tech americano, mentre il valore dei bond in cui la liquidità è investita è sceso bruscamente per effetto del rialzo dei tassi e della stretta monetaria. Quando ha esaurito la cassa, SVB ha cominciato a vendere i bond in portafoglio per soddisfare il prosciugamento dei depositi, ma in perdita, causa il calo dei prezzi dovuto al rialzo dei tassi. Se avesse potuto resistere e tenere i bond a scadenza non avrebbe subito alcuna perdita, e qui sta la differenza principale con Lehman e crisi finanziaria globale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.