Generali Investments, in un’analisi di Paolo Zanghieri, vede in arrivo cambiamenti sostanziali con tagli a tasse e immigrazione più importanti dei dazi e una Fed più prudente, basata sui dati e non sulle stime
Nel 2025 l’economia USA dovrebbe crescere del 2,4% con una piccola accelerazione nel 2026 prima che i dazi promessi da Trump abbiano un impatto negativo dal 2027. La vittoria repubblicana comporterà cambiamenti sostanziali, i tagli fiscali e la lotta all’immigrazione potrebbero essere più importanti dei dazi, che potrebbero invece essere più graduali. La maggiore crescita limiterà la disinflazione nel 2025, ma l’inflazione core potrebbe comunque raggiungere il 2% nel primo trimestre del 2026, mentre i dazi la influenzeranno solo dopo il 2026. Il tutto non impedirà alla Fed di tagliare, anche se ora si prevedono solo altri 100 punti base in fasi trimestrali, implicando un atterraggio al 3,5%-3,75% per la crescita più forte e il peggioramento delle prospettive fiscali, a pressione politica aumenterà ma non eliminerà l’indipendenza della Fed.
TRUMP EREDITA UN’ECONOMIA FORTE CON I CONSUMI
Sono i punti chiave evidenziati dall’analisi di Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments, secondo cui il presidente eletto Trump eredita un’economia forte, con una crescita che probabilmente supererà il 2% annualizzato nel quarto trimestre e nel primo semestre del 2025. Nonostante i timori ricorrenti sull’inflazione, i consumi sono rimasti robusti e non dovrebbero decelerare significativamente, mentre si prevede che il tasso di risparmio aumenti dal livello attuale del 4,6% al 5,3% entro fine 2026 e raggiunga la media pre-pandemia del 6% l’anno dopo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.