La Banca centrale europea sceglie la strada della pazienza attiva, mantenendo i tassi al 2% per la terza volta consecutiva. Una decisione attesa, che riflette la volontà di Francoforte di attendere dati più chiari sull’economia prima di muoversi. Ma sullo sfondo restano i nodi del cambio euro-dollaro, delle tensioni commerciali e della crisi politica in Francia.
Cosa è successo
L’Eurotower, guidata da Christine Lagarde, ha confermato lo “stand-by” prudente, rinviando nuove mosse di politica monetaria. L’inflazione appare ormai ancorata intorno al 2%, mentre la crescita europea, seppur fragile, mostra segnali di lieve miglioramento. Francoforte, dunque, preferisce aspettare l’effetto dell’accordo Usa-Ue sui dazi, fissati ora al 15%, e monitorare il cambio euro/dollaro, tornato oltre 1,17 con prospettive di ulteriore rafforzamento.
Se da un lato la stabilità dei prezzi dà respiro, dall’altro le due maggiori economie – Italia (-0,1%) e Germania (-0,3%) – hanno archiviato un secondo trimestre in contrazione. Un rallentamento che mantiene alta l’attenzione sul rischio di frenata più marcata. Nel frattempo, nuove tensioni arrivano anche dal fronte politico: in Francia lo spread sui titoli di Stato ha toccato quello italiano, oltre gli 80 punti base, segnale che i mercati guardano con preoccupazione alla stabilità transalpina.
Perché è importante
La scelta della Bce non è immobilismo, ma una strategia difensiva: fermarsi oggi per avere maggior flessibilità domani. Se l’attività economica dovesse indebolirsi o l’inflazione rallentare oltre le attese, Francoforte avrebbe margini per operare eventuali tagli. Al contrario, un euro troppo forte potrebbe danneggiare l’export e complicare ulteriormente la gestione del ciclo economico.
Il messaggio che arriva da Lagarde è chiaro: ogni riunione resta “aperta”, senza traiettorie predefinite. In un contesto segnato da cambi volatili, tariffe in evoluzione e fragilità politiche interne all’Eurozona, la credibilità della Bce si gioca sulla capacità di leggere i dati e di comunicare in modo trasparente.
La pausa sui tassi diventa così un’assicurazione contro errori di valutazione: Francoforte resta vigile, pronta a intervenire se necessario, ma senza bruciare cartucce in anticipo.
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Foto: Shutterstock/Giulio Benzin
