L’economia dell’Eurozona conferma i segnali di miglioramento. Ad agosto l’indice composito “flash” Pmi di S&P Global/Hamburg Commercial Bank è salito a 51,1 punti, sopra ai 50,9 di luglio e ai livelli massimi degli ultimi 15 mesi. È il terzo mese consecutivo di crescita, una dinamica che rafforza l’idea di una ripresa seppur moderata, trainata soprattutto dalla manifattura.
Cosa è successo
Il dato che sorprende maggiormente arriva dal comparto manifatturiero: l’indice specifico è tornato sopra la soglia di neutralità dei 50 punti, segnando il miglior risultato da oltre tre anni e mezzo. Dopo mesi di debolezza, i nuovi ordinativi hanno registrato un incremento, nonostante le difficoltà dell’export legate ai dazi e alla domanda estera ancora fragile.
Il settore servizi continua ad espandersi, anche se a un ritmo meno brillante: l’indice rimane sopra quota 50, ma in leggera flessione rispetto a luglio, segnalando una crescita più prudente.
Sul fronte geografico, la Germania si conferma locomotiva, con il terzo aumento mensile consecutivo spinto dalle fabbriche. La Francia rallenta il calo e si avvicina alla stabilizzazione: l’indice composite è salito da 48,6 a 49,8 e il manifatturiero a 49,9, con l’occupazione tornata in positivo per la prima volta da novembre.
Dal punto di vista del lavoro, l’area euro ha registrato la sesta crescita occupazionale di fila, con il ritmo più forte dal giugno 2024. I prezzi degli input, tuttavia, segnalano nuove pressioni sui costi, soprattutto nei servizi, pur con una relativa stabilità nei prezzi finali.
Perché è importante
Il ritorno del Pmi sopra i 51 punti consolida l’idea che l’Eurozona stia uscendo dalla lunga fase di stagnazione. Il traino della manifattura fornisce un segnale importante per l’economia europea, storicamente dipendente dal comparto industriale.
Per i mercati, la notizia rappresenta un elemento di sostegno all’euro e agli asset europei, anche se i rischi inflazionistici legati alla crescita dei costi mantengono la Bce su una linea prudente. Dopo aver ridotto i tassi dal 4% al 2% nei mesi scorsi, l’istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe mantenere l’attuale livello senza nuovi tagli, in attesa di ulteriori conferme sulla solidità della ripresa.
In sintesi, i dati di agosto offrono un quadro più ottimistico: la ripresa è reale, ma fragile e ancora esposta ai venti contrari della geopolitica e della domanda globale.
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