Frenata improvvisa nel percorso di allentamento monetario della Banca Centrale Europea. Dopo otto tagli consecutivi, il consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse, citando un panorama economico “eccezionalmente incerto”. Una pausa che pesa, soprattutto alla luce delle tensioni commerciali internazionali e dei nuovi dazi americani che rischiano di costare caro all’economia italiana.
Cosa è successo
Stop ai tagli. La Bce ha annunciato che i tassi resteranno fermi al 2% sui depositi, al 2,15% per le operazioni principali di rifinanziamento e al 2,40% per quelle marginali. Una decisione attesa dai mercati, ma che segna una netta inversione rispetto ai mesi precedenti.
Otto tagli, poi la pausa. Dal primo intervento di riduzione fino all’ultima sforbiciata del 5 giugno, la politica monetaria dell’Eurotower è stata fortemente espansiva. L’inflazione, secondo Francoforte, ha raggiunto il target del 2% a medio termine, ma la cautela resta.
Dazi e incertezze. La presidente Christine Lagarde ha motivato la scelta con la crescente incertezza globale: “Il panorama resta eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle controversie commerciali”. Un messaggio che non lascia spazio a mosse affrettate.
L’approccio sarà “data-driven”. D’ora in poi, le prossime mosse saranno guidate dai numeri. La Bce valuterà ogni decisione sulla base dei dati aggiornati, senza pre-impostare un percorso per i tassi. Un modo per restare flessibili in un contesto economico che cambia rapidamente.
Perché è importante
Una pausa che parla chiaro. Se da un lato la stabilità dei tassi segnala una fiducia nella discesa dell’inflazione, dall’altro rivela timori profondi su cosa potrebbe arrivare dai mercati globali. In particolare, dagli Stati Uniti.
I dazi Usa fanno male all’Italia. I nuovi dazi del 15% imposti da Washington possono avere un impatto devastante sull’export italiano: si parla di una perdita potenziale fino a 23 miliardi di euro. Un dato che pesa sul sentiment economico europeo e che spinge la Bce a essere più prudente.
Nessun “addio” ai tassi alti, per ora. La Lagarde ha chiarito che siamo “vicini alla fine di un ciclo”, ma non è ancora il momento di cantare vittoria. Incertezza significa anche cautela: l’Eurotower vuole evitare di tagliare troppo presto, per non ritrovarsi disarmata davanti a nuovi shock.
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