Canada, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Norvegia hanno già iniziato a ridurre gli stimoli. La Fed resta cauta, ma se sbagliasse i tempi, l’inflazione potrebbe schizzare oltre il 4-5% e restarci a lungo
Con la ripresa economica globale che avanza e spinge le quotazioni al rialzo su quasi tutti i mercati, gli investitori e gli osservatori tornano a parlare di tapering, vale a dire la riduzione del supporto della politica monetaria fornito dalle banche centrali. Per ora, Fed, Bce e Bank of Japan mantengono un atteggiamento cauto su questa possibilità, mentre diversi istituti centrali di minori dimensioni stanno già riducendo i propri acquisti obbligazionari, peraltro senza causare sconvolgimenti sui mercati.
PER LA FED ORIZZONTE IN AUTUNNO
Sono le considerazioni di Tobias Burggraf, Portfolio manager di Ethenea Independent Investors, secondo cui le consultazioni della Fed sul tapering non cominceranno prestissimo e per l’adeguamento del programma di acquisti obbligazionari dovremo attendere l’autunno. Per la Bce bisognerà invece aspettare ancora più a lungo e non si prevede alcuna stretta monetaria prima del 2022. Ma le banche centrali di Canada, Inghilterra, Nuova Zelanda, e di diversi paesi europei al di fuori della Zona Euro, stanno già iniziando a ridimensionare le politiche accomodanti, senza peraltro causare un crollo dei mercati finanziari…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.