La Banca Centrale Europea lancia un avvertimento chiaro nel suo ultimo bollettino economico: l’Eurozona cresce, ma in ordine sparso, delineando una preoccupante “Europa a due velocità”. Mentre economie come Spagna e Francia mostrano segnali di accelerazione, i due motori storici del continente, Italia e Germania, rimangono bloccati in una fase di stagnazione. Un quadro che solleva interrogativi sulla coesione della ripresa e sulla capacità delle principali economie di tenere il passo, con implicazioni dirette per la stabilità dell’intera area.
Cosa è successo
Il dato complessivo del Pil dell’area euro nel terzo trimestre segna un modesto +0,2%, ma la vera notizia sta nelle differenze tra i singoli Paesi. La BCE evidenzia la performance positiva di Spagna, Francia e Paesi Bassi, sostenute da una solida domanda interna e da un clima di fiducia che alimenta consumi e investimenti.
Dall’altra parte della barricata si trovano Italia e Germania, entrambe con un Pil invariato (crescita zero). Per la Germania, il freno principale arriva dall’indebolimento del settore manifatturiero e dalla debolezza dell’export, storicamente il suo punto di forza. L’Italia sconta una situazione simile, con le famiglie che restano prudenti nei consumi a causa dell’inflazione passata e le imprese che investono con cautela per via dell’aumento del costo del denaro. In generale, la BCE nota come le esportazioni nette, un tempo motore della crescita europea, si siano indebolite, lasciando alla sola domanda interna il fragile compito di sostenere l’economia.
Perché è importante
L’analisi della BCE è cruciale perché mette a nudo un problema strutturale. La stagnazione dei due pilastri industriali dell’Eurozona, Italia e Germania, rappresenta un campanello d’allarme per l’intera area. Se i motori principali si fermano, la crescita complessiva diventa più vulnerabile e dipendente da dinamiche interne meno solide.
Questo scenario complica enormemente anche il lavoro della stessa BCE: come si può definire una politica monetaria unica per un’area dove alcune economie corrono e altre sono ferme? Una stretta monetaria pensata per raffreddare i Paesi più dinamici potrebbe soffocare del tutto la debole ripresa di Italia e Germania. Al contrario, una politica troppo accomodante rischierebbe di surriscaldare le economie già in crescita. Il rischio, sottolineato da Francoforte, è che questo divario diventi permanente, creando squilibri strutturali che minerebbero alla base la stabilità e la coesione del progetto europeo.
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