Shell plc (NYSE:SHEL) ha ufficialmente smentito le recenti indiscrezioni di stampa su una possibile offerta per acquisire BP plc (NYSE:BP). In un comunicato diffuso giovedì, il colosso energetico ha chiarito di “non aver mai preso in considerazione attivamente un’offerta per BP” e ha confermato che “non ci sono stati contatti o trattative” con l’azienda britannica.
La dichiarazione rilasciata da Shell rientra nel contesto della Regola 2.8 del Codice sulle OPA del Regno Unito. Questa norma impone che, una volta resa pubblica l’intenzione di non procedere con un’offerta, la società dichiarante sia vincolata da un blocco formale di sei mesi.
Cosa implica la Regola 2.8 del Codice
In base alla normativa vigente nel Regno Unito, una società che smentisce ufficialmente l’intenzione di acquisire un’altra azienda è soggetta a un divieto di presentare un’offerta per un periodo di sei mesi. Tuttavia, questo vincolo può decadere in due casi:
- Se un altro offerente presenta una proposta formale per BP.
- Se è la stessa BP a sollecitare un’offerta da parte di Shell.
Questo dettaglio normativo assume particolare rilevanza dato il fermento recente nel settore energetico europeo.
La reazione ai rumor e il contesto di mercato
La dichiarazione di Shell arriva a poche ore da un articolo del Wall Street Journal pubblicato mercoledì, secondo il quale sarebbero in corso “colloqui preliminari” per l’acquisizione di BP. Fonti vicine alla questione avrebbero parlato di contatti tra i rappresentanti delle due aziende.
Un precedente report di Bloomberg (maggio 2025) aveva già segnalato l’interesse di Shell per BP, ipotizzando che un’offerta potesse concretizzarsi solo dopo un calo dei prezzi del petrolio e delle azioni.
In parallelo, la pressione degli investitori si è intensificata. Elliott Management, noto fondo attivista, avrebbe acquisito una partecipazione in BP già a febbraio 2025, spingendo per riforme radicali e maggiore efficienza.
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Dati finanziari: Shell delude nel primo trimestre 2025
Sul fronte dei fondamentali, Shell ha registrato ricavi per 69,234 miliardi di dollari nel primo trimestre 2025, ben al di sotto delle attese di mercato fissate a 79,13 miliardi. La produzione nel segmento Integrated Gas è calata del 2% su base trimestrale, fermandosi a 927.000 barili equivalenti al giorno. La produzione Upstream, invece, è rimasta stabile a 1,855 milioni di barili equivalenti al giorno.
Questi numeri sottolineano le difficoltà operative del gruppo, proprio mentre il settore energetico si confronta con una crescente volatilità dei mercati e un’agenda di transizione verde sempre più pressante.
Come ha reagito il mercato
Al momento della pubblicazione, nel pre-market statunitense di giovedì, il titolo Shell (SHEL) era in rialzo del 2,49%, toccando quota 71,17 dollari. BP, al contrario, segnava un lieve calo dello 0,07%, scambiando a 30,30 dollari.
Un rialzo, quello di Shell, che riflette probabilmente il sollievo degli investitori rispetto a un’operazione potenzialmente rischiosa. D’altra parte, la pressione sul management di BP potrebbe aumentare, specialmente con Elliott tra gli azionisti.
Foto: FotograFFF tramite Shutterstock
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