Su economie e mercati troppe cose ancora non tornano, la fiducia dei consumatori globali è sottoterra ma quella delle imprese no. L’azionario non riesce a prendere una direzione, va bene solo ai trader (bravi)
Mentre si avvicina l’ultimo trimestre dell’anno, sono veramente tante, troppe le cose che non tornano nel panorama globale di economie e mercati. Nell’area dei 20 paesi OCSE la fiducia dei consumatori all’ultima misurazione di agosto 2022 è sottoterra, un po’ peggio che al culmine della grande crisi del 2008-2009 e molto peggio dello shock da Covid a inizio 2020, anche se in USA manda qualche timido segnale di recupero, comunque ai minimi degli ultimi 25 anni, come mostra il grafico. Lo stesso indice riferito alla fiducia delle imprese racconta una storia completamente diversa, siamo ben sopra la demarcazione di quota 100 e molto distanti dai minimi sia del post-Lehman, sia dello shock da pandemia e anche da quelli della stagflazione di oltre 40 anni fa.
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IL TRIANGOLO TASSI-INFLAZIONE-RECESSIONE
Un’altra cosa che non torna riguarda il triangolo banche centrali-inflazione-recessione. Le prime, soprattutto nei paesi sviluppati, si sono mosse in ritardo, e sono costrette a rincorrere facendo a gara a chi è più falco, anche al costo di una contrazione economica che in Europa è probabilmente già arrivata mentre in USA manca la certificazione ufficiale, anche se sono stati infilati due trimestri consecutivi di PIL con il segno meno. Questa settimana tocca alla Fed, che potrebbe alzare addirittura i tassi di un punto pieno, ma anche a Bank Of England, Brasile, Svizzera, Sud Africa e Giappone. Da tutte, con l’eccezione dell’ultima, sono attese mosse restrittive, fattuali o perlomeno verbali. La Fed sembra potersi permettere una stretta violenta, anche perché potrebbe essere percepita come l’assalto finale e quasi definitivo all’inflazione, la Bce è invece in un ‘cul de sac’, perché contro il prezzo del gas i tassi alti sono un’arma spuntata…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.