I dati sulla creazione dei posti di lavoro negli Usa non dicono tutta la verità: ne mancano ancora 9 milioni all’appello, e per questo la Fed non ha fretta di ridurre gli stimoli
Le attese erano per 210.000 nuovi posti di lavoro creati a febbraio in USA, il dato è uscito a quasi 380.000, con il dato di gennaio rivisto al rialzo a 166.000 da una prima lettura di 49.000, il che ha portato la disoccupazione al 6,2% dal 6,3%. La crescita è stata trainata dal ritorno al lavoro nel settore della ristorazione, che sta riaprendo gradualmente dopo i lockdown. Inizialmente Wall Street ha preso male il dato, rilasciato un’ora prima dell’apertura, perché poteva segnalare una fine anticipata dello stimolo andandosi ad aggiungere alle tensioni sui Treasury e ai timori sull’inflazione.
STRADA ANCORA LUNGA
Poi però ha prevalso il ragionamento, focalizzato su quanta strada manca ancora per tornare a un mercato del lavoro ‘normale’ che potrebbe indurre la Fed a cominciare a chiudere i rubinetti. Il 6,2% di disoccupazione infatti non dice tutta la verità, perché non conta quelli che il lavoro non lo cercano neanche. Se si contano i posti di lavoro effettivamente occupati, a febbraio 2021 ne mancano all’appello ancora 9 milioni e mezzo rispetto a un anno prima, e se si tiene conto dell’aumento della popolazione il gap sale di un altro milione. Si vede bene dalla chart qui sotto, che mostra come la partecipazione al mercato del lavoro sia ancora molto sotto i livelli pre-Covid…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.