Salman Ahmed, Global Head of Macro & Strategic Asset Allocation, Fidelity International, analizza le mosse della Fed dopo l’ultimo rialzo dei tassi. La probabilità di una recessione entro giugno è stimata al 55%
Nel meeting del 2 novembre la Federal Reserve non ha tradito le attese ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli al 3,75-4%, il livello più alto dal 2008. Si è trattato del sesto rialzo dei tassi consecutivo, il quarto di fila da 75 punti base, una serie cominciata a marzo con il primo ritocco di 25 punti base dopo oltre tre anni di tassi fermi. L’obiettivo della banca centrale americana, ovviamente, è contrastare l’inflazione sui massimi da 40 anni, anche a costo di provocare una recessione dell’economia.
POSSIBILI TASSI FINALI AL 5%
“In linea con le aspettative la Fed ha aumentato i tassi di 75 punti base, ma ha comunicato un ridimensionamento dell’entità del rialzo già a dicembre, tenendo conto della complessiva stretta della politica monetaria e dei ritardi con cui essa ha effetto sull’attività economica”, commenta Salman Ahmed, Global Head of Macro & Strategic Asset Allocation, Fidelity International. “Per evitare l’ossessione del pivot vista a fine estate, il presidente Powell ha anche evidenziato la possibilità di un tasso finale più alto (prevediamo il 5%) e ha difeso con forza l’attuale orientamento politico. Si è discusso, inoltre, dei dati forward e backward-looking, e il presidente Powell non ha voluto ammettere che tutte le pressioni a cui stiamo assistendo sono essenzialmente dinamiche di riflesso”, prosegue l’esperto di Fidelity International…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.