Flavio Cereda, Co-Investment Manager Luxury Brands di GAM, sottolinea che le ultime trimestrali confermano una positiva normalizzazione della crescita, ma a velocità diverse. Il forte peso dell’Asia
Svaniti gli effetti della riapertura post-Covid in Cina, mentre gli indicatori Usa sembravano meno positivi, la tendenza a una crescita più sostenibile è apparsa evidente. Il 2023 è stato un anno diviso in due, con un primo semestre iniziato molto bene mentre la seconda metà è stata più difficoltosa, con una normalizzazione che sarà evidente nella prima metà del 2024. Nel nuovo anno probabilmente assisteremo nel settore del lusso alla corsa verso la qualità, i marchi più robusti dimostreranno capacità di tenuta, in particolare il segmento più in alto beneficerà della clientela più ricca e fidelizzata, di domanda meno volatile e del potere di determinazione dei prezzi, mentre persisteranno gli squilibri tra domanda e offerta.
SULLE MONTAGNE RUSSE TRA IL 2020 E IL 2021
Flavio Cereda, Co-Investment Manager Luxury Brands di GAM, spiega che comunque la decelerazione è un bene e i risultati del terzo trimestre 2023 la confermano, seppure a velocità diverse. Risalendo al 1995, il settore è cresciuto a un tasso composito annuo del 6,5%, un dato notevole poiché implica una crescita da 66 a 343 miliardi lo scorso anno. Dalla crisi finanziaria globale, è del 6,4%, ulteriore segnale che tali tassi non solo sono sostenibili ma anche credibili. Poi è crollato del 22% nel 2020, ma poi ha recuperato, e nel 2021 il valore complessivo ha superato quello del 2019. La ripresa post-Covid, in diversi momenti nelle differenti aree geografiche, è stata insolitamente robusta, +29% nel 2021 e +21% nel 2022...
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.