Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments vede nuovi segni di rallentamento economico in arrivo ma prevede che non fermeranno la Fed, che alzerà i tassi di altri 100 punti per fermare l’inflazione
Le speranze che l’inflazione statunitense abbia raggiunto il picco sono state alimentate la scorsa settimana dai nuovi dati sugli affitti delle abitazioni e sui prezzi alla produzione, che rappresentano un indicatore anticipatore dell’inflazione al consumo. Speranze che erano state accese in precedenza da un indice dei prezzi salito a ottobre meno delle attese. Gli affitti, reali e imputati, rappresentano sino al 40% dell’inflazione core, quella che la Fed tiene sotto stretta osservazione e esclude alimentari e energia, e sono la radice principale della sua forza attuale.
L’IMPATTO DEL CALO DEGLI AFFITTI ABITATIVI
I nuovi affitti di ottobre, spiega in un commento Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments, hanno registrato un calo dopo due anni di crescita ininterrotta. Considerando il modo in cui è calcolato l’Indice dei Prezzi alla Consumo, il ritmo più lento della crescita degli affitti si manifesterà secondo Zanghieri in modo significativo all’inizio del 2023. Anche l’inflazione dei prezzi alla produzione è diminuita per il quarto mese consecutivo, scendendo significativamente di 0,5 punti percentuali all’8,0% su base annua. Secondo l’esperto di Generali Investments è il riflesso del graduale allentamento dei colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento globali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.