Lo prevede Thomas Hempell, Head of Macro and Market Research di Generali Investments, secondo cui una rapida inversione delle politiche di inasprimento delle banche centrali sembra poco probabile
Solo un solo anno fa, al simposio di Jackson Hole, il presidente della Fed Powell si era impegnato a perseguire la massima occupazione, liquidando l’inflazione come transitoria. Quest’anno, nella stessa occasione, i banchieri centrali hanno indicato l’impegno incondizionato a domare l’inflazione e si sono preparati ad un “dolore incombente” in questa lotta, con le pressioni sui prezzi persistono tra l’aumento dei salari negli Stati Uniti e l’incremento dei costi energetici in Europa.
SOFFERENZE E SACRIFICI IN ARRIVO
Thomas Hempell, Head of Macro and Market Research di Generali Investments, in un commento titolato su ‘sofferenze incombenti’, ricorda che negli anni ’70 le banche centrali dovevano agire tempestivamente e con forza per evitare che le aspettative di inflazione perpetuassero la pressione sui prezzi. Oggi, anche tra i crescenti rischi di recessione, Powell ha preparato gli americani a “un certo dolore”, fatto di economia più debole e meno posti di lavoro, mentre Schnabel della BCE ha previsto un “sacrificio” più ampio rispetto al passato per domare le pressioni sui prezzi. Ciò secondo Hempell che rialzi di 50 punti base sembrino essere il minimo sia per la BCE, che si riunisce l’8 settembre, che per la Fed il 21 settembre, con addirittura uno scenario di 75 punti base da prendere in considerazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.