Christophe Braun, Investment Director di Capital Group, sottolinea che è diventata sempre più importante l’analisi titolo per titolo tenendo conto che gli utili dei value sono tendenzialmente più deboli e volatili
Vi sono differenze chiave tra value investing e growth investing. Il primo si concentra su titoli “poco costosi” rispetto a fondamentali e consensus, mentre il secondo punta su una crescita superiore degli utili. I due stili hanno in comune un interesse nella valutazione del valore attuale degli utili futuri di una società, ma differiscono nell’enfasi sul ruolo delle stime. Le caratteristiche delle due tipologie non sono così diverse in termini di crescita, esposizione ciclica o dividendi. E inserendo le aziende in categorie di stile, gli investitori ignorano il rischio e anche alcune opportunità di investimento.
METRICHE DI VALUTAZIONI TRADIZIONALI
Lo sostiene Christophe Braun, Investment Director di Capital Group, secondo cui le misure di valutazione tradizionali come il rapporto tra prezzo e utili e quello tra prezzo e valore di libro, vale a dire P/E e P/B, sono importanti se si sa come utilizzarle e interpretarle da un punto di vista assoluto/storico e relativamente al gruppo di appartenenza. Nell’ultimo decennio vi sono stati alcuni importanti cambiamenti secolari che hanno portato all’accumulo di rischi nel quadro value-growth e spiegano la debolezza della crescita degli utili del value, così come le recenti disparità di valutazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.