Gli esperti di AllianceBernstein fanno il punto sulla situazione dei conti pubblici nelle varie economie, dagli USA ai Paesi Emergenti passando per l’Europa, dove unaa disciplina fiscale flessibile è la “nuova normalità”
Negli ultimi tempi la politica monetaria ha monopolizzato l’attenzione, ma anche gli sviluppi della politica fiscale hanno effetti di vasta portata sulla crescita di lungo periodo e sui fondamentali delle economie mondiali, con molte regioni sono ancora gravate da problemi di deficit e debito. Il tema è analizzato da AllianceBernstein in un blog firmato da Eric Winograd, Director, Developed Market Economic Research, Sandra Rhouma, European Economist Fixed Income, e Adriaan du Toit, Director Emerging Market Economic Research, Senior Economist Africa, che fanno il punto sulla situazione per le diverse economie dei disavanzi di bilancio prolungati nel tempo, che possono avere un costo, partendo dagli USA per poi passare all’Europa e ai Paesi Emergenti.
QUESTA VOLTA IL CICLO DEGLI USA E’ DIVERSO
L’economia USA ha superato ogni aspettativa grazie alla spinta inusuale della politica fiscale, che di solito interviene nelle fasi sfavorevoli, stimolando la domanda, mentre dopo la fase recessiva le entrate fiscali aumentano e il sostegno si interrompe, riducendo i disavanzi. Ma questa volta il ciclo USA è stato diverso: l’invecchiamento ha fatto aumentare le prestazioni previdenziali e assistenziali, c’è stata una forte spesa per infrastrutture e altre priorità dell’era pandemica, mentre gli sgravi fiscali hanno limitato le entrate. Di qui un deficit pubblico al 6% del PIL, che sembra destinato a restare a quel livello per il prossimo decennio, più ampio di quanto ci si aspetterebbe in assenza di guerra o recessione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.