Brand, rating nelle guide e family business, i tre fattori che traiano le etichette d’eccellenza Italiane, l’analisi di Nomisma Wine Monitori
Notorietà del brand, riconoscimenti ottenuti nelle guide di settore e, sopratutto, l’unicità delle aziende a gestione familiare. Sono questi tre gli elementi che rendono i fine wine italiani particolarmente apprezzati all’estero, in particolare negli Usa, primo mercato d’esportazione. Lo provano i dati: in vent’anni le 18 aziende associate all’Istituto Grandi Marchi hanno raddoppiato il fatturato all’estero e raggiunto un valore aggregato di 660 miliardi di export, di cui il 55% proveniente proprio dai mercati internazionali.
PASSAGGIO GENERAZIONALE
E’ quanto rivela la ricerca realizzata da Nomisma Wine Monitor e commissionata dall’Istituto Grandi Marchi, Igm in occasione del ventesimo anno di vita. Igm riunisce alcune delle famiglie più prestigiose del vino italiano: parliamo della Cantina San Leornardo, 300 anni di storia, condotta oggi da Alessio Guerrieri Gonzaga; della Marchesi Antinori, con un portafoglio diversificato di tenute, anche all’estero fino gli Usa, oggi nelle mani delle tre sorelle Albiera, Allegra e Alessia; poi Carpené Malvolti, prima a produrre il Prosecco; e ancora: Col D’Orcia, venduta negli anni ‘70 alla famiglia Cinzano; la siciliana Donna Fugata fondata da Giacomo Rallo, pioniere della viticoltura di qualità e oggi giunta alla quinta generazione con Gabriella, la figlia di José che comunque con il cugino Antonio ha ancora in mano la gestione; Jermann, storica azienda goriziana, andata sposa recentemente agli Antinori che ne hanno rilevato la maggioranza. C’è poi l’umbra Lungarotti, tra Torgiano e Montefalco, gestita da Chiara Lungarotti, la regina del Sagrantino; ci porta in veneto Masi Agricola, della famiglia Boscaini, che ha come presidente Sandro Boscaini, il re dell’amarone; la Tenuta San Guido, fondata dal Marchese Mario Incisa della Rocchetta che all’ombra dei cipressi di Bolgheri di carducciana memoria ha stupito il mondo inventando il primo Supertuscan, il Sassicaia; strada diversa quella intrapresa dalle toscane Tenute Folonori con diverse proprietà tra il Chianti e Montalcino; si torna al nord, in Veneto, con un altro campione dell’Amarone, Pio Cesare; in Puglia, tra le colline della Murgia e il Mar adriatico, si stendono i filari dell’azienda Rivera che con Sebastiano e Marco de Corato è giunta alla quarta generazione; su un’altra isola, la Sardegna, a Serdiana, nel sud, ha fondato il suo brand la famiglia Argiolas, che ha salutato l’ingresso nel settore marketing di Valentina, terza generazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.