Gli italiani sono da sempre descritti come un popolo di risparmiatori, anche se gli stipendi non crescono da anni. Come coniughiamo queste due anime del Belpaese dentro le nostre tasche?
Ci avete mai fatto caso a quanto certe parole, certi concetti, possono essere intesi in modo positivo o negativo in base al contesto? Per esempio si può piangere di gioia ma anche quando si è tristi, si può lodare il caldo di maggio e odiare quello di agosto, e così via. Allo stesso modo, anche concetti come la “serenità”, la “stabilità” e altri che rimandano al campo semantico della tranquillità, nonostante quell’aura di pace che li circonda, possono risultare negativi in certe condizioni. È il caso del detto dell’acqua cheta, avete presente? Quella che rovina i ponti. Che poi, da cosa deriva questo modo di dire? Qualcuno dice che è originato dal latino “Quod flumen placidum est, forsan latet altius unda”, cioè “dove il fiume è più calmo, forse è più profondo”, che però vuol dire sostanzialmente ciò che intendiamo noi oggi: bisogna stare attenti alle persone e alle situazioni che appaiono troppo tranquille, perché sono proprio quelle che poi ci fregano.
Dai romani in poi, il nostro è sempre stato un popolo di costruttori di ponti. Ma pur essendo storicamente legati a quest’attività, gli italiani sono ancora alle prese con acque chete pronte a rovinargli il lavoro. Letteralmente.
Nel Sunday View di oggi vediamo perché l’eccessiva tranquillità rovina i nostri ponti, e non solo nei modi di dire. Siete con noi? E allora si parte!
PER COLPA DI CHI CHI CHI…
In Italia si guadagna poco. Questa frase da articolo sensazionalista potrebbe riassumere fin troppo bene il marasma entro cui si muovono i lavoratori del nostro Paese. Ma di chi è la colpa?..
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.