L’Inflation Reduction Act di Biden viene bollato come protezionista ma alla fine spinge la crescita riducendo il deficit federale e promuove le centrali alimentate a uranio vecchie e nuove mentre l’Europa le spegne
Da quando è stato firmato lo scorso agosto dal presidente Joe Biden, l’Inflation Reduciton Act è finito sul banco degli imputati in Europa con la doppia accusa di protezionismo e aiuti di Stato. In pratica sovvenzionerebbe con i dollari del Tesoro americano una serie di misure e azioni, dirette soprattutto alla transizione energetica, creando così un indebito vantaggio competitivo rispetto alle controparti europee, oltretutto in un campo, quello della svolta ‘green’ che rappresenta il fiore all’occhiello della Commissione di Bruxelles guidata da Ursula von der Leyen. In realtà la legge americana si propone di raccogliere 738 miliardi di dollari con nuove tasse mirate soprattutto a stimolare la decarbonizzazione per poi spendere 391 miliardi a sostegno di progetti energetici e per contrastare il cambiamento climatico, realizzando alla fine una riduzione del deficit federale di 238 miliardi e un abbattimento delle emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
ORGOGLIO EUROPEO FERITO NEL ‘GREEN’
Ovviamente, niente di paragonabile alla campagna contro il ‘protezionista’ Donald Trump e del suo programma per far ‘tornare grande’ l’America, ma certamente un orgoglio europeo ‘ferito’ dall’umiliazione di essere sorpassati a tradimento sul green proprio dagli inquinatori per definizione a stelle e strisce, spesso accomunati ai cinesi come emblema di un modello di sviluppo energivoro che più degli altri brucia irresponsabilmente le preziose riserve di materie prime del pianeta, a cominciare da quelle energetiche. Alla fine però i numeri, almeno quelli scritti nell’IRA e non ancora diventati realtà, disegnano un circolo virtuoso, che consente di progredire sul sentiero della transizione energetica conseguendo allo stesso tempo un risparmio di denaro pubblico. Una combinazione tra austerity e sviluppo che il Patto di Stabilità e Crescita della UE, ora sospeso dopo il Covid, non è mai riuscito a far quadrare…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.