Il secondo azionista del Banco parla all’Ansa e dice di essere pronto a sostenere qualsiasi operazione che abbia senso e sia appoggiata dal governo. Ma soprattutto che sia superiore all’offerta di UniCredit
Risiko bancario senza tregua. Mentre è in corso l’ops di Mps su Mediobanca, con il mercato che scommette su un possibile rilancio, e dopo che UniCredit ha rinunciato all’ops su Bpm, non si escludono altri possibili mosse. Intervistato dall’agenzia Ansa, Davide Leone, secondo azionista del Banco, si dice aperto a qualsiasi operazione che dovesse coinvolgere piazza Meda. “Ma – spiega – le eventuali offerte non potranno prescindere dalla valutazione fatta da UniCredit, che rappresenterà una base di partenza per chiunque voglia convolare a nozze con Bpm“. Leone possiede il 5,32% del capitale del Banco ed è secondo solo ai francesi di Crédit Agricole che detengono, ad oggi, il 19,8% ma hanno già manifestato l’intenzione di arrivare al 24,9%.
“CHI VUOLE SCALARE BPM ABBIA L’OK DEL GOVERNO”
Per Leone è fondamentale che chi voglia scalare Banco Bpm lo faccia in accordo con il governo. Ma ribadisce: “La valutazione non può essere inferiore all’offerta di UniCredit, altrimenti i soci sarebbero danneggiati e il cda andrebbe in contraddizione con le decisioni già prese“. Ad oggi il prezzo in Borsa di Bpm è superiore a quanto offerto da Orcel. “Il mercato, dunque, è d’accordo con la valutazione del cda del Banco – spiega ancora Leone – secondo cui la banca vale di più di quanto offerto da UniCredit. Questa valutazione è un precedente imprescindibile per il futuro“…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.