Neuberger Berman sottolinea le differenze con la crisi del debito e analizza i nodi da chiarire sul funzionamento del nuovo strumento annunciato da Christine Lagarde
Mercati e investitori si chiedono che sia in arrivo un’altra crisi dell’Eurozona, o se la BCE riuscirà ad elaborare uno strumento efficace per gestire la volatilità degli spread periferici. Negli USA l’obiettivo della Fed è frenare un’inflazione che corre all’8,6% senza provocare una recessione o perdite eccessive di posti di lavoro. La BCE dovrà raggiungere gli stessi due obiettivi partendo da tassi negativi e da un’inflazione che viaggia agli stessi livelli, ma ha anche una terza variabile da bilanciare, l’ampliamento degli spread tra i titoli di Stato tedeschi e quelli dei Paesi dell’Europa meridionale, che riporta alla mente la crisi esistenziale di un decennio fa.
IL “TRILEMMA” DELLA BCE
Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Patrick Barbe, Head of European Investment Grade Fixed Income e Ugo Lancioni, Head of Global Currency, parla di dal titolo “trilemma della BCE”, partendo dal problema dell’inflazione e sottolineando che la debolezza dell’euro su dollaro non aiuta. La caduta della moneta unica ha contribuito all’aumento del costo dell’energia importata. Se la Fed è stata presa allo sprovvisto dalla corsa dei prezzi, la debolezza dell’euro è un’indicazione di quanto la BCE si trovi indietro. L’euro continua a perdere terreno nonostante i mercati scontino più rialzi dei tassi della BCE che della Fed nei prossimi tre anni…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.