Secondo Capital Group, nonostante l’accordo raggiunto a fine 2020 le relazioni con la UE resteranno difficili a lungo, determinando una minor crescita dell’economia britannica del 5-7% nell’arco di 10-15 anni
Nonostante l’accordo in extremis sulla Brexit raggiunto a fine anno, Regno Unito e UE continueranno a a doversi impegnare su questioni irrisolte e su controversie che potrebbero emergere. L’esperienza di altri paesi terzi, come Norvegia e Svizzera, suggerisce che le relazioni con l’UE potrebbero rimanere difficili. L’accordo istituisce oltre 30 nuovi comitati bilaterali per gestire le relazioni con la UE e i futuri governi britannici continueranno a scontrarsi con la questione attorno a cui da decenni ruotano le relazioni con Bruxelles, vale a dire quanta sovranità si è disposti a cedere in cambio dell’accesso al mercato unico. Per questo mercato e investitori devono prepararsi a fare i conti con un’incertezza intorno alla Brexit negli anni a venire.
NUOVI ATTRITI IN VISTA
Lo sottolinea un commento a cura di Robert Lind, Economista di Capital Group, secondo cui uno degli effetti più immediati dell’accordo saranno nuovi attriti commerciali causati dell’introduzione dei controlli alle frontiere e delle dichiarazioni doganali dal primo gennaio. L’esperto di Capital Group stima che costeranno alle aziende britanniche circa 7 mld di sterline l’anno e prevede che nel breve termine il Regno Unito potrebbe trovarsi in difficoltà per evitare ingorghi e rallentamenti in corrispondenza dei principali valichi di frontiera, con molte aziende impreparate all’aumento della burocrazia…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.